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Qui… Sardegna!

Updated: 3 days ago


Chi dice Sardegna pensa “MARE”, specialmente se è agosto e si trova in Italia, o nell’inverno australiano e sogna il caldo estivo. Non sarà deluso chi inseguendo il sogno ci andrà veramente!

Soprattutto se appena arrivato all’aeroporto, uno qualsiasi (Olbia, Cagliari, Alghero: vanno tutti bene) corre subito al porto e si imbarca (meglio se a vela, il paesaggio scorre più lento e la colonna sonora non è il motore ma il vento). Da quel momento, tra mare e cielo si lascerà alle spalle ogni affanno della vita o del viaggio, insomma un imbarco che è una specie di approdo al paradiso terrestre.

Tutto il resto verrà da sé: navigando tra l’azzurro del cielo terso e quello del mare cristallino, c’è solo da scegliere dove approdare veramente, mentre la costa scorre davanti come in un documentario sulla Sardegna, perché è talmente bello che sembrerà proprio un sogno... forse  ispirato dalla TV rimasta accesa quando ci addormentiamo sul divano.

 

Visto che qui stiamo sognando, immaginate di scendere a terra in una caletta che si chiama “Cala di seta”, in dialetto locale “Calasetta”,  un nome che la dice tutta sulle meraviglie di questo mare e racconta qualcosa di dimenticato che evoca i corredi delle nonne: il “Bisso”, la seta che viene dal mare, pregiatissima lavorazione della lanuggine che viene secreta dalla Pinna Nobilis, il mollusco bivalve più grande del Mediterraneo (può arrivare a un metro e venti di altezza!) che vive proprio qui nella laguna di Sant’Antioco, dove l’ecosistema ospita persino fenicotteri rosa.  

 

Immaginate poi in un pomeriggio assolato, dopo la mattinata in spiaggia, di prendere un autobus locale e addentrarvi nell’isola. Dovrete arrangiarvi senza indicazioni di orari né di fermate ma avrete a disposizione la gente, il contatto umano con tutte le sue luci ed ombre. Accettatele. Sant’Antioco non è fra i luoghi della movida sarda e del lusso, ma il vero lusso è proprio questo “understatement” che consente di scoprire la vera essenza della Sardegna.

Non si esibisce e non mette pressione, ma qui c’è tutto per una vacanza autentica e all’insegna dell’arricchimento culturale.

 

Sant’Antioco è un’isola nell’isola, collegata alla terra ferma dagli antichi romani, e si intravede ancora sotto l’acqua il ponte originario, di cui resta un tratto in superficie, oggi soppiantato da quello carrabile.

È la più grande isola della Sardegna e la quarta in Italia dopo Sicilia, Sardegna ed Elba.

Approdo dei primi navigatori del Mediterraneo, i Fenici, che qui fondarono Sulky, l’attuale Sant’Antioco, da cui oggi il nome di tutta la regione sarda sudoccidentale: il Sulcis

Quando Sulky commerciava con l’Oriente e rappresentava un punto di approdo fondamentale al centro del Mediterraneo, la stessa Roma non era ancora stata edificata.

Non Roma quindi ma Sant’Antioco è la più antica città d’Italia! Questa rivelazione è attestata dal ritrovamento di un’antica anfora, la cui datazione risale con certezza all’800 a.C.

 

Ma c’è di più, una civiltà ancora più antica, quella nuragica, di cui l’isola di Sant’Antioco vanta la presenza di numerosissimi resti, con le cosiddette “tombe dei giganti”, nuraghi, domus de janas e menhir.



Ancora oggi queste pietre antiche continuano a vivere non solo caratterizzando il paesaggio ma partecipando alla vita stessa; è il caso degli elementi nuragici di trachite, roccia durissima, ritrovati ovunque nei campi e riutilizzati per le recinzioni.



L’attualità di queste antiche pietre va ben oltre, ed è quasi surreale come i resti del primo insediamento fenicio convivano con il tessuto urbano contemporaneo.  

È il caso di is gruttas, un intero rione sorto sulla necropoli punica, ove le tombe ipogee non hanno mai cessato di essere utilizzate adattandosi nei secoli a nuove funzioni, come abitazioni o cantine. 



Un patrimonio archeologico inimmaginabile per chi si aspetta soltanto una vacanza di mare... Qui si entra in contatto con la storia e si prende coscienza dell’antichità dell’isola.

Le istituzioni locali in dialogo con quelle nazionali ed europee con il progetto ”SmART - Sulky Mediterranean Art” hanno vinto il bando di concorso e quindi ottenuto i fondi necessari per attuare un piano di recupero, valorizzazione e fruibilità.

Il progetto è indirizzato interamente al Parco storico archeologico di Sant’Antioco (con un focus sull’arte), unico nel suo genere in quanto ubicato in piena area urbana e caratterizzato dalla presenza di numerosi siti di interesse storico e archeologico e musei collegati in un percorso che permette di ripercorrere la storia dell’isola attraverso il susseguirsi delle diverse civiltà che l’hanno abitata.

Si va quindi dal Mab (Museo archeologico che custodisce tutto il contenuto dell’antica Sulky) al Tofet (cimitero di circa 3.500 anfore funerarie dei bambini mai nati o morti precocemente) al Museo Etnografico (che raccoglie tutti gli attrezzi della vita quotidiana passata), dal Forte Sabaudo alla Necropoli Punica e alla zona di questa divenuta Villaggio Ipogeo e rione is gruttas, dall’Acropoli all’Archivio storico.  

 

È un itinerario che si dipana tra borgo e campagna, una passeggiata con il mare sempre sullo sfondo, secondo tappe stabilite dove non ci sono orari ma guide esperte, appassionate e pazienti, in perfetto collegamento tra loro, che dai vari siti guidano la visita man mano che si forma il gruppo. Una elasticità di tempi difficile da comprendere all’inizio, ma alla fine vincente!

 


Immaginate ora di tornare da questa escursione culturale in tempo per il tramonto. Il sole va giù molto tardi, non sarà mai tardi per la cena in un’osteria di cucina locale, perché siamo nel mediterraneo dove tutto scorre lento, è piena estate e c’è tempo per tutto. 

Dalle tombe e le grotte in cui siamo scesi è ora il momento di salire in alto, sugli spalti di una delle torri da cui si scrutava l’orizzonte per avvistare i pirati che infestavano questi mari, per guardare lo stesso orizzonte in tutta serenità e vederlo cambiare colore.

La salita stessa sarà emozionante, perché la struttura della torre di Calasetta è intatta e si parte da un pavimento in vetro sopra un fondale di sabbia ove sono adagiati tutti i cocci di secoli rinvenuti nel mare... sarà come ripercorrere la storia camminando sull’acqua!



 Ma infine, in questa italica terra di santi, di poeti, ecc. ecc. chi era Sant’Antioco?

È “il santo arrivato dal mare”, medico africano e maestro di vita che guariva dai mali fisici e spirituali senza chiedere ricompense ma in nome di Dio, avvicinando così il popolo pagano al cristianesimo di cui fondò qui la prima comunità. È il Santo patrono della Sardegna.

L’isola gli dedica una festa tra le più suggestive d’Italia, Sa festa manna, l’evento religioso più antico in Sardegna, durante il quale la salma del santo, in una bara di vetro, viene portata in una processione che scende fino al mare, dalla Basilica in cui è custodita alla sommità del paese.

Colori, sapori, canti, abiti preziosi e gesti antichi, rituali, gesti da secoli sempre uguali che mescolano il sacro al profano, fede e folklore, seguendo il filo di una geografia sentimentale e religiosa che mostra le coordinate per meglio comprendere la cultura del mare nostrum che è mare di tutti i popoli che qui si sono incontrati contaminando le loro culture. Emblematico per tutti qui è il popolo dei tabarchini, tunisini genovesi e sardi allo stesso tempo.

 

Feste patronali, musei storici, rievocazioni e siti archeologici, la Sardegna non è solo mare, ma dal mare è arrivato tutto e arrivateci così anche voi, possibilmente in tempo per assistere il 1º agosto alla “festa grande”, sa festa manna, un esplosione di emozioni che dura tre giorni, un’esperienza multisensoriale e una sintesi della vera essenza dell’isola in un colpo solo!

 

 

Per saperne di più:

 

 

 

 

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